TRUFFA DELLA FIRMA

Alla porta della vittima si presenta una persona di bella presenza che, in cambio della consegna di un catalogo con non meglio specificati “sconti speciali”, chiede una “firmetta” sulla ricevuta di consegna. In realtà non si tratta affatto di una semplice ricevuta ma quello firmato è un vero e proprio contratto capestro che impegna il consumatore ad acquistare svariati oggetti al costo di migliaia di euro. Controllate sempre con cura quello che firmate, in particolare diffidate da chi vi chiede una semplice firma senza dilungarsi troppo sul contenuto di quello che state per sottoscrivere. Per assistenza, contatta i nostri esperti attraverso lo sportello truffa del catalogo.

La truffa del catalogo è la nuova frontiera delle frodi porta a porta. I malintenzionati, con la scusa di una semplice firma su una ricevuta per la ricezione di un catalogo o di una tessera sconti e da ultimo sulla privacy attivano un contratto in cui l’ignara vittima si impegna a pagare cifre che possono arrivare anche oltre i 5.000 euro.

La cosiddetta truffa del catalogo, dunque,  sta tornando fin troppo di moda –  dopo due anni di pandemia diffusa che ha limitato i margini di manovra dei venditori porta a porta. Da quello che ci raccontano le vittime, i venditori sono persone giovani, gentili al primo appuntamento e arroganti nel secondo, quello decisivo. Decisamente bravi nell’incantare le persone anziane, che molte volte li fanno entrare solo per scambiare due parole”.

Alla porta di casa si presenta una persona di bella presenza che dice di voler consegnare un catalogo in cui sono inseriti degli sconti speciali per l’acquisto di oggetti per la casa. Una volta compreso che la vittima è interessata alle presunte offerte del catalogo chiede, con una scusa, una semplice firma che il corriere dovrà poi far vedere ai suoi responsabili per certificare l’effettiva consegna dei cataloghi.

Spinti dalle allettanti offerte molti firmano fogli che si scopriranno essere in realtà un contratto capestro nel quale ci si impegna a procedere all’acquisto di oggetti, di dubbio gusto e di scarsa qualità, che possono arrivare a costare appunto migliaia di euro, e il cui vincolo è peraltro triennale.